Protesi totali unlinked: quando, come e con quali risultati

Relazione: 3.4 – Congresso: Rome Elbow 2011 – Anno: 2011
autori: R. Angeloni

Patologie degenerative e infiammatorie croniche, come l’artrosi e l’artrite reumatoide, possono essere responsabili di danni irreversibili alla superficie articolare e portare ad un quadro clinico di rigidità e dolore. Dopo il fallimento di altri trattamenti chirurgici meno invasivi la protesi resta l’unica soluzione terapeutica efficace per il recupero della funzionalità e la risoluzione della sintomatologia dolorosa. Al contrario delle protesi Linked, le protesi di tipo Unlinked sono caratterizzate dalla assenza di vincoli tra la componente ulnare e la componente omerale. Alcuni modelli protesici hanno un design studiato in modo tale da rivestire le superfici articolari degenerate, vengono chiamate protesi di rivestimento; ciò permette un buon risparmio del patrimonio osseo del paziente in modo tale da non pregiudicare, in caso di fallimento, l’impianto di modelli protesici più invasivi di tipo linked. Altri invece prevedono la sostituzione delle superfici articolari e prevedono il sacrificio del patrimonio osseo al pari delle protesi tipo Linked. Le protesi non vincolate trovano indicazione in pazienti giovani affetti da artrite reumatoide e artrosi primitiva in fase precoce o negli esiti post-traumatici. Presupposti necessari all’impianto di tali modelli protesici sono l’integrità delle strutture capsulo-legamentose, della colonna mediale e laterale (fondamentali zone di appoggio della protesi) ed una buona qualità dell’osso. Le controindicazioni, assolute e relative, all’impianto delle protesi Unlinked sono: 1. Infezioni in atto, 2. Instabilità articolare. 3. Paralisi dei muscoli del braccio, 4. Attività lavorativa manuale del paziente e 5. Anchilosi non dolorosa. L’analisi della letteratura ha messo in evidenza ottimi risultati a medio e lungo termine di questi impianti protesici soprattutto in pazienti affetti da Artrite Reumatoide, con risoluzione della sintomatologia dolorosa in oltre il 93% dei casi ed una sopravvivenza degli impianti, a 10 anni, del 76-91%. Le complicanze osservate per questo tipo di impianti sono: la Mobilizzazione asettica 1,6-13%, infezione 0,7-5,1%, lussazione 1,7-3,9%, neuropatie N. Ulnare 0,7-2%. Questi risultati incoraggianti hanno fornito le basi per l’ideazione e la realizzazione di nuovi modelli protesici, più anatomici, detti “Convertible”; questi modelli tipo Unlinked all’occorrenza possono essere trasformati molto facilmente in tipo Linked, attraverso la sostituzione del solo rocchetto articolare. La validità a lungo termine di questi impianti resta da definire in considerazione della loro recente introduzione.